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Paragone Letteratura

Direttore responsabile: Mina Gregori
Comitato di redazione: Giorgio Amitrano, Alessandro Duranti, Fausta Garavini, Nicola Gardini, Massimo Onofri, Francesco Rognoni, Franco Zabagli

CONTRIBUTI
Chi intende presentare un contributo alla rivista Paragone Letteratura deve inviarne il file ad Alessandro Duranti a.duranti@tin.it.
I contributi sottoposti alla rivista dovranno essere redatti secondo le norme redazionali indicate di seguito.

CRITERI REDAZIONALI
I contributi sottoposti alla rivista dovranno essere redatti secondo le norme redazionali indicate di seguito.

TESTO
I testi vanno digitati in tondo normale, introducendo il corsivo solo dove necessita (titolo di libri, parola in lingua straniera di uso non comune).
Non usare il neretto (o grassetto o bold), né il maiuscolo (che non sia l’iniziale di frase o di nomi propri), né tabulazioni.
Le virgolette per le citazioni e per i discorsi diretti devono essere sempre in forma di virgolette singole o inglesi (‘xxx’); le virgolette all’interno di virgolette singole devono essere alte doppie (“xxx”). Non si usino in nessun caso le virgolette basse o caporali («xxx»).
Le citazioni di brani di una certa lunghezza vanno in corpo minore, spaziate dal resto del testo con una riga prima dell’inizio e una dopo la fine, non tra virgolette e aperte da puntini di sospensione (non tra parentesi) solo nel caso che non partano da inizio di frase; analogamente vanno chiuse sempre da puntini di sospensione (non tra parentesi) se non terminano col punto fermo. Un taglio all’interno della citazione si indica con tre puntini tra parentesi quadre. L’eventuale indicazione di fonte o di pagina (p. o pp.) alla fine della citazione va tra parentesi tonde dopo il punto di chiusura (o i puntini) e non deve essere seguita dal punto.
Si raccomanda di non lasciare spazi prima della punteggiatura, né dopo l’apertura o prima della chiusura di parentesi; di non utilizzare l’apostrofo al posto dell’accento (anche nelle lettere maiuscole); di distinguere il trattino congiuntivo corto, senza spazi prima e dopo (x-x), dal trattino disgiuntivo medio spaziato prima e dopo per gli incisi (xxx – xxx).

NOTE (oltre a quanto indicato per il testo)
Premesso che si preferiscono testi critici senza note o con un’unica nota finale riassuntiva, in caso di presenza di note, queste vanno collocate in chiusura dell’articolo, in corpo minore rispetto al testo, dove saranno indicate con numeri arabi a esponente prima di eventuale segno di punteggiatura (escluso il caso di punti interrogativi ed esclamativi, che precedono il numero di nota). Nel caso di una nota riferita a una parte del testo messo tra parentesi, la nota a esponente deve essere collocata all’interno e non all’esterno della parentesi.
Le opere si citano dando nell’ordine, separati da virgole: nome (per esteso) e cognome dell’autore, in tondo normale (non maiuscolo né maiuscoletto); titolo completo dell’opera citata e di quella che eventualmente la contiene in corsivo, eventuali indicazioni del curatore, prefatore o altro in tondo (sempre con nome per esteso); casa editrice (senza luogo di edizione); anno (o anni) di edizione (con numero di edizione successiva alla prima a esponente); eventuale indicazione del numero complessivo dei volumi (in cifra araba prima dell’abbreviazione voll.: es. 2 voll.), del volume citato (in cifra romana preceduto dall’abbreviazione vol.: es. vol. II) e della pagina (p.) o delle pagine per esteso (es: pp. 285-286 e non 255-6). Non occorre specificare le pagine complessive.

Esempi:

Giovanni Boccaccio, Decameron, a cura di Vittore Branca, Einaudi 1980, 2 voll.

Gianfranco Contini, Preliminari sulla lingua del Petrarca, in Varianti e altra linguistica. Una raccolta di saggi (1938-1968), Einaudi 1970, p. 175.

Giacomo Leopardi, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani, in Opere, a cura di Giuseppe De Robertis, Rizzoli 1965³, vol. II, p. 663.

Se lo scritto citato è apparso in un periodico, dopo il titolo in corsivo si indica, preceduta da in, la testata in tondo tra virgolette singole con i dati di riferimento utili (data, annata, numero, pagina ecc.). La pagina (p.) o le pagine (pp.) della citazione si indicano solo per scritti in volume o rivista, non in quotidiano. Non occorre indicare le pagine complessive.

Esempio:

Carlio Dionisotti, Per la data dei ‘Cinque Canti’, in ‘Giornale Storico della Letteratura Italiana’, vol. CXXXVII, anno LXXVII, fasc. 417, 1960.

La formula cfr. si usa solo per far riferimento a un testo di cui non si fanno citazioni dirette.
Le opere già citate in precedenza si richiamano con l’indicazione ibidem (in corsivo) quando la citazione si ripete in sequenza con tutti gli elementi invariati (volume, pagina ecc.); con ivi (in tondo), sempre per citazioni in sequenza, quando qualcuno degli elementi varia. L’uso di ivi/ibidem deve essere comunque limitato allo stretto necessario. Si raccomanda di non ricorrere alle note per riferimenti (date di lettere ecc.) che possono essere inserite a testo. Per le citazioni non in sequenza si ripetono autore (con nome puntato) e titolo (o parte del titolo) seguito da cit. (in tondo) preceduto da virgola.

Esempio:

G. Contini, Preliminari sulla lingua del Petrarca, cit., p. 182.

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